Per semplificarci la vita (come vedrete, viene complicata già così), consideriamo solo due asset: il nostro mercato finanziario ha a disposizione un conto in banca \textbf{B} e un pacchetto azionario \textbf{S}. Se supponiamo che il nostro portfolio sia composto da entrambi gli asset nella proporzione di x_0 soldi in banca e x_1 in azioni possiamo descriverne l’evoluzione temporale nello spazio \overrightarrow{P} = (B,S) come un vettore dei prezzi rappresentato da \overrightarrow{x(t)} = (x_0(t)\ ,\ x_1(t)); si noti che, in questa notazione, x_i<0 significa che state “andando corti”, nel senso che vi fate prestare qualcosa (soldi o azioni: dipende dall’indice) dal mercato. Il valore monetario del nostro portfolio, sottintendendo la dipendenza dal tempo dei vari termini, diventa: V_\overrightarrow{x} = \overrightarrow{x}\cdot\overrightarrow{S} = x_0B + x_1S Un portfolio da cui non si fanno prelievi e in cui non si mettono soldi è detto autofinanziato; in pratica, qui le variazioni dipendono solo dalla variazioni degli asset: volendo essere più precisi, un portfolio è auto-finanziato se la sua dinamica per qualsiasi t\ge0 è descritta da: dV_\overrightarrow{x}(t) = \overrightarrow{x(t)}\cdot d\overrightarrow S(t). Che deriva dal considerare un tempo continuo piuttosto che discreto: in sostanza, supponiamo ci sia una continua compravendita (a guadagno zero) del nostro pacchetto azionario per poterne trasformare il valore in soldi; inoltre se nel processo, come in tutti i processi, vi limitate a tenere conto dei valori attuali e futuri e ignorate i valori pregressi, siete autorizzati a chiamarlo markoviano. Cerchiamo di capire cosa significhi, in questo modello, l’arbitraggio. Ci facciamo prestare dal mercato qualche azione sicuri che quantomeno manterrà il suo valore e sperando che in qualche momento aumenti: formalmente, abbiamo: \left\{\begin{aligned}&V(0) = 0 \\& \forall t > 0, P(V(t)\ge 0) = 1 \\ & \exists T > 0: P(V(t) > 0) >0\end{aligned}\right.
Ossia in parole povere: 1) partite senza un euro, 2) o con il deposito in banca o attraverso l’arbitraggio, nella peggiore delle ipotesi vi restano gli stessi soldi, 3) se azzeccate il tempo giusto (il tempo di arbitraggio^1) ci sono buone probabilità di guadagnarci.. Raggiunta la tranquillità economica, possiamo occuparci di teoria; cambiamo completamente discorso. Lavoreremo molto per definizioni, ai conti non ci pensiamo neanche. Per restare sulle generali, partiamo da una “semplice” equazione differenziale in grado di descrivere un processo stocastico: dX = a(X,t)dt + b(X,t)dW. Questo "mostro" non è altro che la generalizzazione della d\nu = -\gamma\nu dt + \sigma dW, parente stretta dell'equazione di Langevin. Per tornare un attimo con i piedi per terra, l’equazione di Langevin descrive il moto browniano di una particella in un fluido avente viscosità \gamma; \sigma, qui, rappresenta l'ampiezza della forza (stocastica) agente sulla particella. L’equazionaccia scritta sopra è solo una generalizzazione di questo aggeggio, semplicemente alcune costanti sono diventate delle funzioni del tempo. Come vi dicevamo, non vi chiediamo di risolverla: la cosa è comunque possibile, sotto condizioni per le funzioni a e b che un matematico considererebbe molto restrittive ma che il resto del mondo (dai fisici in avanti, per intenderci) giudica sostanzialmente compatibili con la realtà fattuale. Esiste gente che si è posta il problema inverso: ossia, se abbiamo un dato processo X(t) che genera un processo stocastico Z(t) = F(X(t),t) quale sarà l’equazione che riesce a descriverlo? Sarete felici di sapere che \textbf{Itô} ci è arrivato: l’equazione è, evidentemente, la \textbf{formula} \textbf{di} \textbf{Itô}:
dF = \left [ \frac{\partial F}{\partial t} + a(X,t)\frac{\partial F}{\partial x} + \frac{1}{2}b^2(X,t)\frac{\partial^2F}{\partial x^2}\right ]dt + b(X,t)\frac{\partial F}{\partial x}dWTranquilli, non morde. La parte dentro parentesi quadre nasce dallo sviluppo in serie di Taylor di F, quindi ha l’aria complicata, ma non lo è (troppo). Rinfrancati da queste equazioncelle, torniamo a giocare in Borsa. Il processo che intendiamo analizzare deve sottostare a due condizioni fondamentali e ad alcune secondarie: attenti che la prima è complicata.
Ossia in parole povere: 1) partite senza un euro, 2) o con il deposito in banca o attraverso l’arbitraggio, nella peggiore delle ipotesi vi restano gli stessi soldi, 3) se azzeccate il tempo giusto (il tempo di arbitraggio^1) ci sono buone probabilità di guadagnarci.. Raggiunta la tranquillità economica, possiamo occuparci di teoria; cambiamo completamente discorso. Lavoreremo molto per definizioni, ai conti non ci pensiamo neanche. Per restare sulle generali, partiamo da una “semplice” equazione differenziale in grado di descrivere un processo stocastico: dX = a(X,t)dt + b(X,t)dW. Questo "mostro" non è altro che la generalizzazione della d\nu = -\gamma\nu dt + \sigma dW, parente stretta dell'equazione di Langevin. Per tornare un attimo con i piedi per terra, l’equazione di Langevin descrive il moto browniano di una particella in un fluido avente viscosità \gamma; \sigma, qui, rappresenta l'ampiezza della forza (stocastica) agente sulla particella. L’equazionaccia scritta sopra è solo una generalizzazione di questo aggeggio, semplicemente alcune costanti sono diventate delle funzioni del tempo. Come vi dicevamo, non vi chiediamo di risolverla: la cosa è comunque possibile, sotto condizioni per le funzioni a e b che un matematico considererebbe molto restrittive ma che il resto del mondo (dai fisici in avanti, per intenderci) giudica sostanzialmente compatibili con la realtà fattuale. Esiste gente che si è posta il problema inverso: ossia, se abbiamo un dato processo X(t) che genera un processo stocastico Z(t) = F(X(t),t) quale sarà l’equazione che riesce a descriverlo? Sarete felici di sapere che \textbf{Itô} ci è arrivato: l’equazione è, evidentemente, la \textbf{formula} \textbf{di} \textbf{Itô}:
dF = \left [ \frac{\partial F}{\partial t} + a(X,t)\frac{\partial F}{\partial x} + \frac{1}{2}b^2(X,t)\frac{\partial^2F}{\partial x^2}\right ]dt + b(X,t)\frac{\partial F}{\partial x}dWTranquilli, non morde. La parte dentro parentesi quadre nasce dallo sviluppo in serie di Taylor di F, quindi ha l’aria complicata, ma non lo è (troppo). Rinfrancati da queste equazioncelle, torniamo a giocare in Borsa. Il processo che intendiamo analizzare deve sottostare a due condizioni fondamentali e ad alcune secondarie: attenti che la prima è complicata.
- Ci sono due asset, il conto in banca \textbf{B} e le azioni \textbf{S}, governate dalle equazioni: \left\{\begin{aligned}& dB = rBdt\\& dS = \mu Sdt + \sigma SdW\end{aligned}\right. Dove r è l'interesse bancario, \mu è il valore medio delle nostre azioni, \sigma è la volatilità e W(t) è un processo casuale di moto browniano (o processo di Wiener).
- Il mercato non ammette arbitraggio
- C’è sempre qualcuno disposto a comprare le azioni
- Non ci sono costi di transazione
- È permesso “andare corti” per importi illimitati e per periodi illimitati di tempo.
- L’interesse bancario non varia e le azioni non pagano dividendi
Lasciamo perdere le \left [2-6 \right], che sono ragionevolmente logiche: la grande idea, nella prima condizione, è di associare un random walk di tipo browniano alla variazione casuale delle azioni: e oggetti di questo genere sappiamo trattarli, se Itô è così gentile da darci una mano. Supponiamo di avere una call option C(S,t) comprata ad uno strike price \textbf{K} su un'azione \textbf{S}; possiamo azzardare l’ipotesi che il suo valore segua allora la formula di Itô e descrivere le sue variazioni come: dC = \left [ \frac{\partial C}{\partial t} + \mu S\frac{\partial C}{\partial S} + \frac{1}{2}\sigma^2S^2\frac{\partial^2C}{\partial S^2}\right ]dt + \sigma S\frac{\partial C}{\partial S}dW In cui rispetto a prima abbiamo posto a = \mu S e b = \sigma S. Riprendiamo il portfolio dell’altra volta, composto da una posizione lunga sull'opzione e da uno short su un numero \Delta di azioni; il valore delle azioni allora è: \Pi(t) = C(S,t) - \Delta S. Ricordiamoci che il nostro portfolio deve auto-finanziarsi (siamo partiti senza soldi), e quindi deve avere una dinamica del tipo: d\Pi = dC - \Delta dS e usando la \textbf{formula} \textbf{di} \textbf{Itô}, otteniamo: d\Pi = \left [ \frac{\partial C}{\partial t} + \mu S\frac{\partial C}{\partial S} + \frac{1}{2}\sigma^2S^2\frac{\partial^2C}{\partial S^2} - \mu \Delta S\right ]dt + \sigma S\left (\frac{\partial C}{\partial S} - \Delta\right)dW Che cerchiamo di semplificare. Per prima cosa, ricordiamoci che non vogliamo correre rischi: questo significa che devono sparire tutti i termini che contengono il parametro dW, ossia dobbiamo avere: \Delta = \frac{\partial C}{\partial S}. Essendo ora il nostro portfolio senza rischi, deve avere un rendimento pari a quello del conto in banca, ossia deve essere d\Pi = r\Pi dt. Inserendo queste due condizioni nella formula di Itô, otteniamo l'\textbf{equazione} \textbf{di} \textbf{Black}\textbf{-}\textbf{Scholes}: \frac{\partial C}{\partial t} + \frac{1}{2}\sigma^2S^2\frac{\partial^2C}{\partial S^2} + rS\frac{\partial C}{\partial S} - rC = 0 Siccome non vogliamo perdere soldi, quest'equazione va risolta con la condizione al contorno C(S,T) = max (S-K , 0). La grande idea di Black e Scholes è stata di effettuare un cambiamento di variabili piuttosto complesso^2 che trasforma il tutto in un’equazione semplicissima: \frac{\partial u}{\partial \tau} = \frac{\partial^2 u}{\partial x^2} Che sappiamo risolvere, visto che non è altro l'equazione di propagazione del calore. Ed ecco qui il risutato finale: se N è la funzione di distribuzione cumulativa di una variabile gaussiana normalizzata, ossia se: N(x) = \frac{1}{\sqrt{2\pi}}\int_{-\infty}^{x} e^{\frac {\Large s^2}{2}}\, ds e se indichiamo con d_{\;1,2} = \frac{\ln \left(\frac{S}{K}\right) + \left(r \pm \frac{\large \sigma^2}{2}\right)\left(T- t \right)}{\sigma \sqrt{T-t}} abbiamo in definitiva: C(S,t) = SN(d_{1}) - Ke^{-r(T-t)}N(d_{2}) Vi renderete conto che una formula del genere può portare molto lontano (in un qualsiasi punto tra San Vittore e le Seychelles, estremi inclusi); nel caso del secondo estremo, tanti auguri!
Legenda
- Prima che vi vengano strane idee: il tempo di arbitraggio varia tra qualche secondo e pochi minuti.
- Forse sarà trattato nel prossimo articolo....
Bibliografia
- Theory of Speculation - Louis Bachelier
Nessun commento:
Posta un commento